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KHION

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Khion

Il KHION (tecnica di base) è l'essenza della comprensione delle tecniche del karate. Esso permette ad ogni karate-ka, dopo averne ottenuto la piena padronanza, di comprendere il significato di singole tecniche o di una serie di tecniche combinate. Ha quindi un alto valore propedeutico per l'avvio al kata ed al kumite. In lavoro di base da svolgere non si differenzia a seconda della pratica (kata/kumite). Solo nell'evoluzione della tecnica di base vi sarà differenza tra kata e kumite. E' opportuno che il metodico apprendimento delle tecniche di Khion non vada disperso, anche perché, oltre ai fini veri del karate-do, anche nel mondo sportivo (a cui il moderno karate è legato) un atleta con solide basi di Khion difficilmente non ottiene ottimi risultati.

 

Il KHION riveste una peculiare importanza in quanto, sviscerando le tecniche del karate, ci permette di migliorare la postura del corpo, il dachi, insegna il corretto movimento delle anche e del bacino, essenziale per le rotazioni e controrotazioni del busto nelle tecniche di difesa ed attacco.

 

Rilevante ed essenziale per la perfetta comprensione della tecnica e della sua esecuzione, è fondamentale memorizzare ed eseguire il KHION, anche per prevenire ed evitare possibili infortuni nelle esecuzioni dei kata o nel kumite.

 

 

Kata

E' l'essenza stessa dal karate-do. Indipendentemente dallo stile praticato, il kata costituisce lo scrigno contenente gli innumerevoli tesori che la nostra arte marziale conserva.

Lo stile Shotokan si differenzia dagli altri stili principali di karate (wado, shito, goju) per tutta una serie di componenti, tra cui ricordiamo :

·         grande ampiezza nel caricamento delle tecniche

·         rispetto dell'embusen con termine del kata nel punto d'inizio

·         grande potenza nell'azione e posizioni (dachi) serventi allo sfoggio di tale potenza

·         esecuzione in tre fasi (parata/attacco/parata)

·         tecniche o combinazioni di tecniche ripetute tre volte nel corso del kata durante il movimento direzionale diretto

·         fasi acrobatiche di estrema difficoltà nel corso del kata (gangaku, empi, kanku sho, unsu) con salti ed avvitamenti aerei di oltre 360°

·         adatto per un combattimento a media (esempio empi) e corta distanza (esempio hangetsu)

Lo stile Shotokan annovera i seguenti kata :

TAIKYOKU (shodan-nidan-sandan)

Serie di 3 kata ideati da Gichin Funakoshi per l'apprendimento nelle scuole primarie delle tecniche di base di parata e attacco, derivati dai kata heian. Il nome tai kyo ku significa prima causa.

HEIAN        (shodan-nidan-sandan-yodan-godan)

Serie di 5 kata ideati da Anko Itosu (Maestro di Gichin Funakoshi) per l'insegnamento nelle scuole medie. Derivati dai vecchi pinan con forti richiami a kanku e bassai, vengono eseguiti quasi sempre con mano chiusa, ciò per evitare possibili gravi conseguenze nella loro esecuzione applicativa (bunkai). Il nome heian significa mente tranquilla.

TEKKI          (shodan-nidan-sandan)

Serie di 3 kata di origini okinawesi. Il loro nome significa cavallo di ferro. Molto probabilmente si è arrivati ai kata tekki perché gli okinawesi si allenavano su piccole piattaforme tra i monti o tra le scogliere e la tipica posizione dei kata (kiba dachi) rende l'idea di un allenamento fatto con costante riguardo all'equilibrio.

BASSAI       (dai-sho)

Kata risalente al XIII secolo e di chiara origine cinese (patsai). Il suo nome significa penetrare in una fortezza. Risente molto dell'influenza del kung fu cinese sud orientale, anche se col passare del tempo e con gli innumerevoli altri kata bassai ideati, il patsai originale ha risentito in maniera preponderante del luogo di diffusione (Okinawa). La forma sho è stata elaborata da Anko Itosu.

KANKU         (dai-sho)

Kata preferito da Gichin Funakoshi. Di chiara origine cinese, il suo nome deriva dal nome di un illustre dignitario della corte cinese approdato ad Okinawa che lo insegnò ad alcuni abitanti del luogo. Il suo nome significa guardare il grande orizzonte. La forma sho è stata codificata da Anko Itosu. Kata shintei nel regolamento WKF (Word Karate Federation)

JION

kata di ispirazione buddista (ji=tempio buddista). Il suo nome significa suono del tempio. E' uno dei kata shintei (obbligatorio e con esecuzione tradizionale senza variazione) nelle gare internazionali della WKF.

JIIN

Anche questo è un kata ispirato al buddismo. Il suo nome significa suolo del tempio. Di non facile esecuzione, insieme agli altri due kata "ji" consente un'ottima preparazione alla difesa contro attacchi portati con armi medio lunghe.

JITTE

Terzo kata ispirato al buddismo. Può avere due se non tre significati :

jitte = mani compassionevoli

jitte = mani del tempio

jutte = dieci mani

GANGAKU

La gru sopra la roccia. Uno dei kata più affascinanti e di difficile esecuzione nello Shotokan-ryu. E' caratterizzato dalla classica posizione su di una gamba che si ripete 4 volte nella seconda parte del kata.

WANKAN

kata da molti definito incompleto. Portato in Giappone da Yoshitaka che lo aveva studiato ad Okinawa, in effetti sembra non concludersi mai.

MEIKYO

Lucidare lo specchio della propria vita, appannato dall'illusione. E' il forte messaggio che questo kata di area shorin insegna. Praticarlo e capirlo profondamente da al karate-ka una sensazione di acquisita pace interiore. Siamo ai vertici dello Shotokan-ryu karate-do.

GOJU SHIHO       (dai-sho)

54 passi o battito del picchio. Kata di grande potenza, sia nella forma sho (che predilige l'attacco in nukite) sia nella forma dai (ampio uso di neko-ashi-dachi e attacchi ippon con un dito). E' entrato a far parte della famiglia Shotokan con Yoshitaka, ma la sua origine e divulgazione non comprende i padri fondatori della prima idea di stile (Itosu/Azato/Gichin Funakoshi)

EMPI

Di chiarissima origine cinese. L'influsso del wushu e del kung fu sud orientale-costiero, permeano ancora oggi in maniera indelebile questo kata, la cui comprensione ed esecuzione richiede una conoscenza profonda del karate oltre ad una preparazione mentale e fisica di prim'ordine. Il suo nome significa volo di rondine.

TEN NO KATA

Kata ideato da Gichin Funakoshi. Diviso in due parti (tecniche di khion e successive tecniche di kumite) è oggi oggetto di studi profondi da parte del Maestro Ilio Semino .

SOCHIN

Kata dove la posizione Fudo dachi ci riporta all'idea buddista di difendere e lottare per la giustizia. Fudo (l'Inamovibile) è infatti una divinità protettrice della giustizia nel pantheon buddista. La sua comprensione va ricercata nel profondo di se stessi e dal grado di lealtà che ognuno ha nella propria vita. I reconditi segreti di questo kata sono stati analizzati in maniera più che esauriente dal Maestro Nekoofar.

CHINTE

Kata cinese di vecchissima data. Sicuramente l'idea del kata nasce in mare, dove i pescatori ed i naviganti avevano spesso a che fare con le scorrerie dei pirati nipponici e coreani. La tecnica inziale dal kata lascia presagire una difesa ed un attacco in precarie condizioni di equilibrio e con sostegno ad un albero di una barca a vela.

NIJU SHIHO

24 passi. Kata della scuola Niigaki, assorbito dallo Shotokan ad opera di Yoshitaka. Nonostante la brevità del kata, concentra in 24 passi delle implicazioni che solo dei validi e preparati maestri riescono a decifrare.

HANGETSU

Mezza luna. Hangetsu-dachi è la posizione tipica di questo kata, unico derivante dagli stili interni dello shaolin qanfa originale cinese. Modulazione della respirazione, grande senso del KI, forte concentrazione su se stessi, sono gli ingredienti necessari per la comprensione dal kata.

UNSU

Le mani come le nuvole. Kata della scuola Aragaki. Di difficilissima comprensione ed esecuzione. E', a livello agonistico, il kata più difficile dello stile Shotokan, con azioni che richiedono grandi doti di acrobazia e di equilibrio.

 

 

Il Bunkai

Il bunkai è l'applicazione reale del kata, seguendo le tecniche codificate in esso, con variazione di colpo finale dopo l'incontro con ogni avversario. Ci limiteremo col nominare i Maestri che in Italia hanno raggiunto una preparazione nel bunkai talmente elevata tale da poter parlare di vera e propria realtà della tecnica di karate o di altissimo livello di goshindo:

Indipendentemente dall'associazione di appartenenza :

Maestri : S.J.Nekoofar, F. Balzarro, S.Somigli, I.Semino.

Ci scusiamo se non abbiamo citato altri maestri, ma il livello raggiunto dai predetti sembra ancora oggi non avvicinabile.

 

 

Kumite

Quello che oggi noi intendiamo per kumite è il combattimento agonistico, con regolamenti disciplinanti le tecniche, i punti e le sanzioni applicabili, a tutela dell'integrità, salute e correttezza di ogni atleta. Anticamente era invece un incontro tra due amici praticanti di karate che studiavano, svelavano e discutevano sulle tecniche di difesa e di attacco, con grande armonia e rispetto verso se stessi e verso l'amico. Con l'avvento delle gare, come presagiva Gichin Funakoshi, i valori di amicizia e rispetto spesso sono sostituiti da antisportività, egoismo ed accentuato agonismo.

L'attenta opera del Prof. Pierluigi Aschieri, D.T. FIJLKAM Karate, l'opera dei Maestri di Kumite ( Simmi, Culasso, Balestrini) e quella dei Maestri di Kata (Nekoofar, Balzarro, Torre, Shirai) deve condurre, oltre all'apogeo atletico-agonistico, a far rinascere dentro ogni karate-ka i valori che, ognuno con la propria diversità, ha dentro.